IL SACRARIO E MUSEO
Anche l'arte nel nostro Sacrario
Noi non ci avremmo mai pensato. L'idea è stata del caro P.Edelweiss. Egli annovera tra i suoi amici il noto scultore Franco Fiabane di Belluno, autore tra l'altro della celebre "Regina delle Dolomiti", benedetta dal Papa Giovanni Paolo II sulla Marmolada nel 1979.
Intervista a Franco Fiabane
Mi piace iniziare questo libro con una intervista ad un uomo la
cui conoscenza è stata per me determinante. Si tratta di un artista,di
un alpino, ma, sottolinerei, sopratutto di un uomo che spande la sua
umanità come una fontana la sua acqua, mai stanco di dare, di cercare
di amare.
Lui è l'artefice del capolavoro che si trova all'interno del sacrario
della baita di Monghidoro, Lui è un vero alpino, un amante della natura,
della vita che si sente fluire sotto l'apparente gelido marmo delle sue opere.
Egli ha conosciuto Padre Edelweiss: non so chi dei due sia stato più fortunato,
oserei dire entrambi, basta guardarli quando si parlano, sembra che il dialogo si
svolga a un livello più profondo... tra le loro anime
E l' ha caldamente invitato a decorare il Sacrario, costruito all'interno della nostra baita.
Così, negli ultimi giorni del mese di agosto di questo 1987, Fiabane
è venuto ospite a Monghidoro ha consumato i pasti presso diverse famiglie
e ha lavorato con passione attorno alla parete sinistra del Sacrario.
Ne è scaturita una specie di pittura in rilievo dell'ampiezza di m.2,80x6.
Su quattro riquadri sono presentati altrettanti episodi: tre si
riferiscono alla presenza degli alpini nelle steppe della Russia,il
terremoto del Friuli e la tragedia del Vajont:l'ultimo si riferisce
all'alluvione di Firenze.Al centro la Madonna con il bambin Gesùe San
giuseppe.
Così,nel nostro Sacrario,alcuni album raccoglieranno tutti i nomi dei nosrti
Caduti;l'arte del Fiabane ricorderà alcune delle presenze più gloriose e
benemerite degli alpini.
A gloria dei caduti e a incitamento di noi vivi.
Autista dei servizi pubblici di linea, che, quando la Baita fece la sua prima apparizione sul Castellaccio di Monghidoro, scopri in se la vocazione all'arte e la espresse, in diversi anni di lavoro intenso, scolpendo sul duro sasso gli stemmi delle divisioni e Brigate Alpine, facendone poi dono alla nostra Baita, che, così arricchita, travalica i ristretti confini di Monghidoro, per aprirsi in largo respiro all'intera cerchia delle Alpi italiane.
Sulla strada del Monte Pasubio
Gli Alpini sono tutti una grande famiglia da Nord a Sud dell'Italia tricolore.Non è certo facile per questa meravigliosa famiglia dimenticare le Penne nere cadute fra le impervie rocce del Pasubio.
A ricordare quelle rocce intrise di sangue,sorge sul Monte Pasubio un sacrario.Alcuni "sassi del sacrificio",per oper degli alpini di Monte Magrè di Schio,coordinati da "Zio Barba",sono giunti ad onorare anche la Baita degli Alpini di Monghidoro. Questi duri massi ne formano:l'altare della cappellina presso la Baita ,altare su cui il sacrificio si compie in ogni S.Messa;altri due sono posti ai lati dietro l'altare quasi a fare picchetto di guardia , e un altro completa il della Baita,e il fuoco che vi si accende sembra tener vivo il ricordo della presenza di questi Alpini che hanno dato l' onore della loro vita alla Patria.
"L'Italia chiamò.Sì!"
Sempre grazie al lavoro incessante della guida spirituale del gruppo, all'interno del sacrario si trovano tre grossi volumi che raccolgono i nomi di coloro che hanno dato tutta la fede,per la Patria,per la famiglia. Si tratta di un lavoro lungo e paziente che testimonia il grande valore di questi uomini e l'importanza che essi riversano per il futuro,quale esempio da seguire e sopratutto daricordare,perchè tutto non sia avvenuto invano!
Coppi Alberto,6° Art. Alp. Btg. Bassano,Cavaliere di Vittorio Veneto, medaglia di bronzo e croce di guerra per ferite riportate sull'Ortigara, all'Adunata Naz.di Udine 1983 perse il suo medagliere personale. Era fiero di quelle medeglie che attestavano il suo impegno di soldato e di Alpino. Mortificato e triste confidò ad alcuni amici:"sarà la mia ultima adunata". E fu profeta. Morì infatti nello stesso anno. |
Spirito patriottico
Anche la scuola e i ragazzi furono coinvolti nello spirito patriottico . Nel 1964 ,in occasione della "festa del ricordo e della fraternità Alpina" fu scoperta nell'edificio una lapide dedicata alle "penne mozze", cosicchè gli studenti potessero rivolgere un pensiero riverente a tutti i Caduti in guerra.
Le nostre Penne Mozze
Col. LUIGI CAMPARI Maiorelli Italo Alberto |
Montanari Luigi Venturi Florio (amico) Berengardi Duilio Landini Leopoldo Carlo Calzolari (amico) Antonio Benni Berti Carlo (amico) Franco Calzolari (amico)
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Monumento alle "Penne Mozze"
Le immagini scolpite sono state descritte dall scultore: "Il soggetto principale- Il Cristo ricavato seguendo il profilo della pietra come fosse steto crocefisso nella montagna,rappresentato contorto e sofferente non solo nel sacrificio della redenzione ma anche in quello che ha portato gli uomini a lottare nelle asperità della montagna. A destra l'alpino con il suo fedele aiutante,il mulo,nell'atto di togliersi il cappello in segno di devozione al crocefisso e ricordando con rispetto anche i commilitoni ,che lo hanno preceduto,feriti tragicamente." In basso a sinistra nel monumento appare la seguente scritta: "LA SPERANZA IN CRISTO CI CHIAMA AD ESSERE PROTAGONISTI DELLA STORIA ALLE PENNE MOZZE -21/7/96 Il gruppo Alpini di Monghidoro" Stralcio della lettera del comune di Monghidoro Assessorato alla Cultura del 12/8/96:
Domenica 21 Luglio, quando sono arrivato a Monghidoro per il raduno triennale
del gruppo mi è stato consegnato un ciclostilato che così recitava:
Ai visitatori della Baita:note di cronaca-sono elencate in 17 punti
le date storiche di nascita della Baita.
Nonostante conosca bene il contenuto per averlo vissuto come dirigente sezionale mi sono
riletto i punti annotati e man mano che scorrevo la lettura mi venivano alla mente episodi
vissuti dal sottoscritto e dai fautori della "Baita" e nonostante le vicissitudini oggi la Baita è
questo gioiello ricco di tante perle in questo giorno si è arricchito di un 'altra gemma
E' stato inaugurato il monumento all'alpino che rende onore al cristo e alle Penne Mozze.
La scultura in sasso monolitico è opera dello scultore Franco Fiabene di Belluno,
gli Amici e gli Alpini Monghidoresi si sono fatti carico dell'onere economico.
La giornata è iniziata con sfilata per le vie del paese e con la deposizione di corone a ricordo dei caduti ,
poi il nostro sempre presente Padre Edelweiss ha celebrato la S. Messa sul piazzale antistante
la chiesa parrocchiale. E' seguita la benedizione del monumento da parte del parroco di Monghidoro.
Autorità militari,civili e religiose hanno presenziato alle cerimonie:
il generale D'Armata P.Luigi Bortoloso, Comandante la Regione Tosco-Emiliana, col cappello alpino in testa,
il Consigliere Nazionale Sovran in rappresentanza della sede nazionale, il rappresentante dell' Amministrazione comunale, il nostro Presidente Avv. Vittorio Costa con una nutrita schiera di consiglieri
Sezionali.
Cav.Giorgio Prati
Come è ormai tradizione, il 4 Novembre 2000 è stat celebrata una S. Messa nella chiesina della Baita
in suffragio dei Caduti in guerra.Nella circostanza è stata collocata,dietro l'altare l'immagine benedetta
dall'officiante Padre Edelweiss,della Madonna che porge Gesù Bambino ad un Alpino per il Giubileo
2000.
La scultura,un bassorilevo in legno è stata realizzata da: Franco Broccardo,artista di Schio.
Sempre dello scultore Franco Broccardo, è il presepe meccanizzato, in legno, che ogni anno a Natale viene allestito, sempre alla Baita, visitatelo!
IL NOSTRO CAPPELLO
«Sapete cos'è un cappello alpino?».
E' il mio sudore che l'ha bagnato e le lacrime che gli occhi piangevano e tu dicevi:«Nebbia schifa».
Polvere di strade, sole di estati, pioggia e fango di terre balorde, gli hanno dato colore.
Neve e vento e freddo di notti infinite, pesi di zaini e sacchi, colpi d'armi e impronte di sassi, gli hanno dato forma.
Un cappello così hanno messo sulle croci dei morti, sepolti nella terra scura, lo hanno baciato i moribondi come baciavano la mamma.
L'han tenuto come una bandiera.
Lo hanno portato sempre.
Insegna nel combattimento e guanciale per le notti.
Vangelo per i giuramenti e coppa per la sete.
Amore per il cuore e canzone di dolore.
Per un Alpino il suo CAPPELLO E' TUTTO.
Da una lettera trovata addosso a un Alpino caduto in Grecia.