IL SACRARIO E MUSEO

 

 

Anche l'arte nel nostro Sacrario

Noi non ci avremmo mai pensato. L'idea è stata del caro P.Edelweiss. Egli annovera tra i suoi amici il noto scultore Franco Fiabane di Belluno, autore tra l'altro della celebre "Regina delle Dolomiti", benedetta dal Papa Giovanni Paolo II sulla Marmolada nel 1979.

Intervista a Franco Fiabane

Mi piace iniziare questo libro con una intervista ad un uomo la cui conoscenza è stata per me determinante. Si tratta di un artista,di un alpino, ma, sottolinerei, sopratutto di un uomo che spande la sua umanità come una fontana la sua acqua, mai stanco di dare, di cercare di amare.

Lui è l'artefice del capolavoro che si trova all'interno del sacrario della baita di Monghidoro, Lui è un vero alpino, un amante della natura, della vita che si sente fluire sotto l'apparente gelido marmo delle sue opere. Egli ha conosciuto Padre Edelweiss: non so chi dei due sia stato più fortunato, oserei dire entrambi, basta guardarli quando si parlano, sembra che il dialogo si svolga a un livello più profondo... tra le loro anime

1) Lei fa parte dell'associazione alpini? A quale gruppo appartiene?

Si, al gruppo di Cavarzano (BL)

2) Come vede questa associazione e queste figure di uomini?

Anche dai giornali di questi giorni si puo vedere che godono di una grande credibilità; gli americani sono contenti di aiutarli nel loro lavoro in Croazia. L'impegno civile è concreto.

3) Che cosa l'ha spinta ad entrare in questa famiglia alpina?che cosa le piace e perchè?

Mi ha spinto l'amore per la montagna, per lo spirito di corpo, per gli amici veri. Mi piace perchè mi tro vo tra fratelli che posso guardare in faccia,non sono ambigui.

4) In quale occasione a conosciuto il gruppo di Monghidoro?

L'ho conosciuto attraverso "Zio Barba "; sono stati eccezionali, hanno fatto a gara per ospitarmi mentre lavoravo là; questo non è sempre bene perchè con la pancia piena si lavora male! Alla sera, poi, si apriva un dialogo molto serio dal punto di vista umano.

5) Secondo lei quale significato ha la figura dell'alpino per l'Italia e per Monghidoro?

Può essere definito attraverso una frase fatta : baluardo delle vette per i confini naturali. Ora ,però,che le frontiere non ci sono più bisogna addestrarli alla salvaguardia di altri" confini " .Essi fanno parte della natura,ed è in loro molto presente lo spirito del dovere nonostante tutto.

6) Queste "PENNE NERE" perchè sono amate, stimate e accolte da tutti,nelle loro adunate, con tanto calore e simpatia?

Sopratutto, penso, per il loro calore umano, per il cappello originale che portano con la penna d'aquila, simbolo di fierezza e della loro bandiera, come dice la canzone.

7) Quale significato hanno le loro adunate, i loro incontri, le loro manifestazioni?

Io partecipo perchè ho, purtoppo, poco tempo,tutta via sono presente spiritualmente. i loro incontri servono per tenere in piedi i loro rapporti, rapporti che sono unici:questo sentirsi vicini è unico. In fondo il sublime è inutile.

8) Che cosa pensa della baita alpina diMonghidoro e della sua ampiezza?

Bellissima.Non è troppo ampia. Pensi, quando io ho costruito questo mio ufficio lo pensavo troppo grande, ora m'accorgo che non ci sta più niente. Importante è che rimanga in piedi lo spirito. Questo deve essere preservato!

9) E' utile alla comunità... in che modo gestirla?

Questi sono aspetti tecnici a cui non saprei proprio rispondere, tuttavia penso che debba tenere sempre le porte aperte a tutti.

10) Quale ruolo può occupare la donna all'interno del gruppo alpini?

Penso che sa importante la sua figura, anche perchè senza di lei non ci sarebbero gli alpini. Anche loro possono portare avanti lo spirito alpino, anche perchè dietro a uomini così non ci possono essere che donne coriacee.

11) Perchè gli alpini anche nelle più piccole manifestzioni vogliono la presenza del sacerdote,la celebrazione dell'eucarestia e della parola di Dio?

Perchè tutte le pratiche dell'alpino fanno parte della preghiera, è la continuazione.quasi,di questo spirito. Il loro lavoro è preghiera, è la continuazione, quasi, di questo spirito. Il loro lavoro è preghiera, così come l'altruismo.

12) Mi può parlare del lavoro da lei svolto all'interno della baita alpina di Monghidoro, in particolare dell'affresco che è nel Sacrario?

In primo piano è rappresentato l'impegno civile degli alpini nel Friuli e nel Vajont e poi il lavoro per la salvaguardia della cultura a firenze. Al centro vi è la Sacra Famiglia simbolo della famiglia alpina, dentro un sole verde,verde perchè di tale colore è la nappa degli alpini e perchè è il colore della speranza. Sullo sfondo vi sono le tre cime di Lavaredo, luogo in cui si svolse la prima guerra mondiale e in cui operò papà Campari e la ritirata di Russia. Questa rappresentazione della ritirata si trova in secondo piano perchè ormai la guerra è finita, ma è comunque importante perchè ha influito sullo spirito degli Alpini e sulla loro attività odierna.

13) Da chi le è stata commissionata l'opera,come l'ha realizzata, utilizzando quale tecnica?

L'opera mi è stata commissionata da "Zio Barba"che mai ha dato anche le dimensioni. In seguito mi sono costruito mentalmente i soggetti,ho preso un foglio delle stesse dimensioni ma in scala 1:10 della parete e ho abbozzato il tutto. Ho portato tale disegno a "Zio Barba" che stava facendo un campo scout. L'opera è stata accettata, quindi ho fatto la quadrettatura e riportato i punti sulla parete. la tecnica è quella dello "spatolato" però il materiale utilizzato è la malta colorata. Finita l'opera di stesura dei colori,ho riempito gli spazi bianchi con il color ocra. Utilizzato tale colore perchè esso vibra con gli altri.

14) Mi può parlare di "Zio Barba"?

"Zio Barba" è un mistero aperto. Ha fatto di tutto. E' qualcosa di particolare, è tutto dentro di me. E' una grande incognita per tutti. Haun carisma dentro. Ho assistito a molte scene: a Schio una ragazzina, mentre parlava, gli ha fatto le tracce con la barba. Forse è anche buono.

E l' ha caldamente invitato a decorare il Sacrario, costruito all'interno della nostra baita. Così, negli ultimi giorni del mese di agosto di questo 1987, Fiabane è venuto ospite a Monghidoro ha consumato i pasti presso diverse famiglie e ha lavorato con passione attorno alla parete sinistra del Sacrario. Ne è scaturita una specie di pittura in rilievo dell'ampiezza di m.2,80x6.

Su quattro riquadri sono presentati altrettanti episodi: tre si riferiscono alla presenza degli alpini nelle steppe della Russia,il terremoto del Friuli e la tragedia del Vajont:l'ultimo si riferisce all'alluvione di Firenze.Al centro la Madonna con il bambin Gesùe San giuseppe. Così,nel nostro Sacrario,alcuni album raccoglieranno tutti i nomi dei nosrti Caduti;l'arte del Fiabane ricorderà alcune delle presenze più gloriose e benemerite degli alpini. A gloria dei caduti e a incitamento di noi vivi.

A Tedeschi Gilberto

Autista dei servizi pubblici di linea, che, quando la Baita fece la sua prima apparizione sul Castellaccio di Monghidoro, scopri in se la vocazione all'arte e la espresse, in diversi anni di lavoro intenso, scolpendo sul duro sasso gli stemmi delle divisioni e Brigate Alpine, facendone poi dono alla nostra Baita, che, così arricchita, travalica i ristretti confini di Monghidoro, per aprirsi in largo respiro all'intera cerchia delle Alpi italiane.

Sulla strada del Monte Pasubio

Gli Alpini sono tutti una grande famiglia da Nord a Sud dell'Italia tricolore.Non è certo facile per questa meravigliosa famiglia dimenticare le Penne nere cadute fra le impervie rocce del Pasubio.

 

A ricordare quelle rocce intrise di sangue,sorge sul Monte Pasubio un sacrario.Alcuni "sassi del sacrificio",per oper degli alpini di Monte Magrè di Schio,coordinati da "Zio Barba",sono giunti ad onorare anche la Baita degli Alpini di Monghidoro. Questi duri massi ne formano:l'altare della cappellina presso la Baita ,altare su cui il sacrificio si compie in ogni S.Messa;altri due sono posti ai lati dietro l'altare quasi a fare picchetto di guardia , e un altro completa il della Baita,e il fuoco che vi si accende sembra tener vivo il ricordo della presenza di questi Alpini che hanno dato l' onore della loro vita alla Patria.

"L'Italia chiamò.Sì!"

Sempre grazie al lavoro incessante della guida spirituale del gruppo, all'interno del sacrario si trovano tre grossi volumi che raccolgono i nomi di coloro che hanno dato tutta la fede,per la Patria,per la famiglia. Si tratta di un lavoro lungo e paziente che testimonia il grande valore di questi uomini e l'importanza che essi riversano per il futuro,quale esempio da seguire e sopratutto daricordare,perchè tutto non sia avvenuto invano!

"Sarà la mia ultima adunata"

Coppi Alberto,6° Art. Alp. Btg. Bassano,Cavaliere di Vittorio Veneto, medaglia di bronzo e croce di guerra per ferite riportate sull'Ortigara, all'Adunata Naz.di Udine 1983 perse il suo medagliere personale. Era fiero di quelle medeglie che attestavano il suo impegno di soldato e di Alpino. Mortificato e triste confidò ad alcuni amici:"sarà la mia ultima adunata". E fu profeta. Morì infatti nello stesso anno.

Spirito patriottico

Anche la scuola e i ragazzi furono coinvolti nello spirito patriottico . Nel 1964 ,in occasione della "festa del ricordo e della fraternità Alpina" fu scoperta nell'edificio una lapide dedicata alle "penne mozze", cosicchè gli studenti potessero rivolgere un pensiero riverente a tutti i Caduti in guerra.

In seguito, nel 1987, in occasione della inaugurazione della Baita, per rinvigorire l'amore per la nostra Patria " sì bella e perduta ",fu consegnata alle scuole del luogo la bandiera d'Italia,simbolodi fede, di unità e di speranza.
SONO
la terra, i monti, i mari, il cielo e tutte le bellezze della natura che ci circonda,
l'aria che respiri,
il sangue di chi è caduto nell'adempimento di un dovere o nel raggiungimento di un ideale, per permetterti di vivere libero, la zolla che ricopre i tuoi Morti,
la Fede, l' amore, il vibrante entusiasmo dei tuoi avi,
la fatica, l'affanno, la gioia di chi studia e di chi produce con la mente e col braccio,
il dolore, il sudore e la struggente nostalgia degli emigranti,
la tua famiglia, la tua casa ed i tuoi affetti più cari,
la speranza, la vita dei tuoi figli

SONO LA TUA BANDIERA, L'ITALIA, LA TUA PATRIA

Ricordati di me, onorami, rispettami e difendimi Ricordati che al di sopra di ogni ideologia mi avrai sempre unico simbolo di concordia e di fratellanza, tra gli italiani Ricordati che finchè apparirò libera nelle tue strade tu sarai libero Fammi sventolare alle tue finestre, mostra a tutti che tu sei ITALIANO.
 


Al cader della giornata

Al cader della giornata
noi leviamo i cuori a te
tu lìavevi a noi donata
bene spesa fu per te.
Te nel bosco e nel ruscello
te nel monte
te nel mar
te nel cuore del fratello
te nel mio cercai d'amar.
I tuoi cieli sembran prati
e le stelle tanti fior,
son bivacchi dei beati
stretti in cerchio al loro Signor.
Quante stelle,quante stelle
dimmi tu la mia qual'è
non ambisco alla più bella
basta sia vicino a te.

Le nostre Penne Mozze

 Col. LUIGI CAMPARI
 Bacci Luigi
Cattani Domenico Giuseppe
Cavina Bruno
Coppi Alberto
Fabbri Pio
Facci Claudio
Galeotti Domenico
Lorenzini Luigi
Giorgi Gino
Magrini Mino
Marchetti Francesco

Maiorelli Italo Alberto
Milani Adelmo

Montanari Luigi
Nassetti Alberto
Nassetti Claudio
Neretti Ferdinando
Poli Massimo
Sazzini Ferruccio
Tattini Giancarlo
Tattini Remo
Galeotti Sergio
Landini Romano
Boschi Nello

Venturi Florio (amico)

Berengardi Duilio

Landini Leopoldo

Carlo Calzolari (amico)

Antonio  Benni

Berti Carlo (amico)

Franco Calzolari (amico)


 

Monumento alle "Penne Mozze"

 

Le immagini scolpite sono state descritte dall scultore: "Il soggetto principale- Il Cristo ricavato seguendo il profilo della pietra come fosse steto crocefisso nella montagna,rappresentato contorto e sofferente non solo nel sacrificio della redenzione ma anche in quello che ha portato gli uomini a lottare nelle asperità della montagna. A destra l'alpino con il suo fedele aiutante,il mulo,nell'atto di togliersi il cappello in segno di devozione al crocefisso e ricordando con rispetto anche i commilitoni ,che lo hanno preceduto,feriti tragicamente."

In basso a sinistra nel monumento appare la seguente scritta: "LA SPERANZA IN CRISTO CI CHIAMA AD ESSERE PROTAGONISTI DELLA STORIA ALLE PENNE MOZZE -21/7/96 Il gruppo Alpini di Monghidoro"

Stralcio della lettera del comune di Monghidoro Assessorato alla Cultura del 12/8/96:
omissis
"monumento che attraverso la sua delicata poeticità,va ad arricchire un area storica che l' Amministrazione comunale,sta riportando all'antico e tradizionale splendore"
-Inaugurato il 21/7/1996
-Scultore Franco Fiabane di Belluno (lo stesso che ha scolpito la Madonna delle Nevi Inaugurata da Giovanni Paolo II sulla Marmolada)
-Ideatore e coordinatore Padre Edelweiss
-terreno di posa donato dal Dott: Ing. Mariano Tarozzi
MONGHIDORO

Domenica 21 Luglio, quando sono arrivato a Monghidoro per il raduno triennale del gruppo mi è stato consegnato un ciclostilato che così recitava:

Ai visitatori della Baita:note di cronaca-sono elencate in 17 punti le date storiche di nascita della Baita.

Nonostante conosca bene il contenuto per averlo vissuto come dirigente sezionale mi sono riletto i punti annotati e man mano che scorrevo la lettura mi venivano alla mente episodi vissuti dal sottoscritto e dai fautori della "Baita" e nonostante le vicissitudini oggi la Baita è questo gioiello ricco di tante perle in questo giorno si è arricchito di un 'altra gemma E' stato inaugurato il monumento all'alpino che rende onore al cristo e alle Penne Mozze.

La scultura in sasso monolitico è opera dello scultore Franco Fiabene di Belluno, gli Amici e gli Alpini Monghidoresi si sono fatti carico dell'onere economico.

La giornata è iniziata con sfilata per le vie del paese e con la deposizione di corone a ricordo dei caduti , poi il nostro sempre presente Padre Edelweiss ha celebrato la S. Messa sul piazzale antistante la chiesa parrocchiale. E' seguita la benedizione del monumento da parte del parroco di Monghidoro.

Autorità militari,civili e religiose hanno presenziato alle cerimonie: il generale D'Armata P.Luigi Bortoloso, Comandante la Regione Tosco-Emiliana, col cappello alpino in testa, il Consigliere Nazionale Sovran in rappresentanza della sede nazionale, il rappresentante dell' Amministrazione comunale, il nostro Presidente Avv. Vittorio Costa con una nutrita schiera di consiglieri Sezionali.

Cav.Giorgio Prati


Come è ormai tradizione, il 4 Novembre 2000 è stat celebrata una S. Messa nella chiesina della Baita in suffragio dei Caduti in guerra.Nella circostanza è stata collocata,dietro l'altare l'immagine benedetta dall'officiante Padre Edelweiss,della Madonna che porge Gesù Bambino ad un Alpino per il Giubileo 2000. La scultura,un bassorilevo in legno è stata realizzata da: Franco Broccardo,artista di Schio.

...

Sempre dello scultore Franco Broccardo, è il presepe meccanizzato, in legno, che ogni anno a Natale viene allestito, sempre alla Baita, visitatelo!

IL NOSTRO CAPPELLO

«Sapete cos'è un cappello alpino?».
E' il mio sudore che l'ha bagnato e le lacrime che gli occhi piangevano e tu dicevi:«Nebbia schifa».
Polvere di strade, sole di estati, pioggia e fango di terre balorde, gli hanno dato colore.
Neve e vento e freddo di notti infinite, pesi di zaini e sacchi, colpi d'armi e impronte di sassi, gli hanno dato forma.
Un cappello così hanno messo sulle croci dei morti, sepolti nella terra scura, lo hanno baciato i moribondi come baciavano la mamma.
L'han tenuto come una bandiera.
Lo hanno portato sempre.
Insegna nel combattimento e guanciale per le notti.
Vangelo per i giuramenti e coppa per la sete.
Amore per il cuore e canzone di dolore.
Per un Alpino il suo CAPPELLO E' TUTTO.

Da una lettera trovata addosso a un Alpino caduto in Grecia.


IL MUSEO