A circa 42 km. da Bologna, lungo la Statale 65 che
porta a Firenze si arriva a Scaricalasino, cosiddetto Monghidoro. E
collocato sopra un altipiano ai confini tra la Toscana e la
Romagna, vicino alle sorgenti dei torrenti Idice, Savena e della Lognola.
Situato a 800 metri di altitudine, è circondato da un insieme di dossi
ricchi di castagneti, querceti, abetaie e faggeti, prati e campi di messi,
erbe e granoturco Monghidoro fin dai secoli passati veniva chiamato
anche Scaricalasino.
Il primo toponimo accertato e documentato è quello
di Monghidoro. Secondo una ipotesi avanzata dall'Olivieri il nome
deriva da Mons Gothorum, cioè monte dei Goti, dal nome di un
distaccamento dell'omonimo popolo barbaro che qui si sarebbe stanziato in
un momento imprecisato, forse innamoratosi di quei colli.
Il nome di Scaricalasino è più tardo e risale al
momento in cui i bolognesi decisero di costruire un presidio onde separare
il loro territorio da quello fiorentino. Tale borgo fortificato fu chiamato Scaricalasino
perché si trovava al culmine di un'aspra salita che riportava in meno di
3 km. dai 598 m. di Roncastaldo agli 841 dell'attuale Monghidoro e che
rendeva quindi indispensabile far riposare le bestie da soma. Il mulo ora appare nello stemma del Gruppo Alpini
Monghidoresi. E' rappresentato nell'atto di bere un bicchiere di vino alla
maniera alpina.
Sullo spartiacque che divide la valle del Savena da quella dell'Idice, sorge
il nucleo urbano di Monghidoro e si snoda, tra il verde panoramico
dell'Appennino tosco-emiliano, la storica Strada Statale 65 della Futa che
congiunge la Bologna medievale alla Firenze rinascimentale. Il territorio del
Comune di Monghidoro si estende per circa 4820 ettari; le quote altimetriche
variano da un minimo di 400 metri slm a nord-est, ad un massimo di 1290 metri
slm a sud, corrispondenti alla cima dell'Alpe, considerata zona
particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico. La
conformazione geolitologica, in cui predomina il Flysch arenaceo-marnoso,
conosciuto appunto come "formazione di Monghidoro" e consistente
nell'alternanza di banchi di arenaria con strati marnosi, ha consentito in
passato l'apertura di numerose cave e il lavoro di valenti scalpellini. Altra
attivita' di rilevante importanza, esercitata nel monghidorese fino agli anni
cinquanta, collegata alle risorse naturali, fu quella che si svolgeva
all'interno dei numerosi mulini presenti sul corso dei torrenti Idice e Savena
e dei loro affluenti. Oggi alcune vestigia ben conservate, ne consentono una
suggestiva rivisitazione, da effettuarsi con una salutare camminata,
all'interno di uno scenario naturale ancora incontaminato (la strada dei
mulini). La storia di Monghidoro si perde, almeno per quanto riguarda il
toponimo, ai tempi degli Ostrogoti, dei Bizantini, dei Longobardi e delle loro
scorrerie lungo lo stivale italico; più o meno tredici secoli fa, quando uno
stanziamento di Goti sulle nostre montagne fu sufficientemente duraturo da
passare ai posteri il toponimo "Mons Gothorum" (Monte dei Goti) da
cui derivò, molto probabilmente, Monghidoro. Per avere una visione sintetica
della vita monghidorese dal medioevo ad oggi, si riportano di seguito i
principali avvenimenti disposti in ordine cronologico:
- 1232 - primo documento ufficiale che cita la Pieve di S.Maria (attuale
cappella nel Cimitero del Capoluogo) sita vicino alla strada medievale che
conduceva in Toscana. Nonostante le soppressioni napoleoniche del 1798 fu
officiata sino al 1804, poi venne in gran parte demolita. Nel 1806 il suo
nome passò alla chiesa di S. Michele, al centro del borgo, la quale
sorgeva sulle antiche mura dell'abbazia olivetana;
- 1246 - costruzione del castello o borgofranco di
"Scaricalasino". Fu così chiamato per l'importanza del traffico
delle merci caricate su animali da soma, i quali erano costretti a sostare
causa la notevole fatica profusa nel salire il dislivello che da
Roncastaldo conduceva al borgo;
- 1528 - il condottiero Armaciotto dei Ramazzotti inizia l'edificazione
del monastero olivetano di S.Michele ad Alpes che sarà il punto di
riferimento religioso, amministrativo, politico e sociale più importante
per quasi tre secoli;
- 1592 - istituzione del pubblico mercato del giovedì e della fiera di
S.Michele che durava sette giorni a partire dal 29 settembre;
- 1751 - S.Leonardo da Porto Maurizio predica alla "salgataccia o
salitaccia", pare che i presenti fossero circa ventimila. A
memoria dell'avvenimento sono ancora oggi visibili una croce in legno ed
un pilastrino in sasso, posti all'ingresso nord del paese;
- 1869 - inizia la costruzione del campanile del Brighenti in sostituzione
della vecchia torre ormai pericolante. In questa occasione si segnalò che
l'antico porticato ostacolava il transito stradale, fu quindi demolito per
ottenere un allargamento di 45 cm. Scomparve così ogni segno esterno
della facciata cinquecentesca dell'abbazia del Ramazzotto;
- 1900 - eretta la croce sull'Alpe, rinnovata nel 1962;
- 1923/25 - realizzazione dell'odierno tracciato della SS 65 della Futa
che evita sia la via Napoleonica, che passava da Madonna dei Boschi, che
il centro del paese;
- 1925/29 - rimossa la fontana dalla piazza centrale e sostituita con il
primo monumento ai caduti della "grande guerra". Realizzazzione
dell'edificio scolastico, inizialmente progettato come ospedale;
- 1934 - Mussolini a Monghidoro per le grandi manovre militari dell'anno
XII ;
- 1944 - il 2 ottobre le forze alleate liberano Monghidoro dai Tedeschi,
alla "crocetta" (ingresso sud del paese), il Generale americano
Clark annette il nostro territorio alla città di Los Angeles;
- 1944/47 - il complesso architettonico ecclesiastico (chiesa e
campanile), danneggiato dalla guerra, verrà di lì a poco demolito;
- 1946 - eretto nel "campo del Comune" il cippo alla memoria
delle vittime della rappresaglia nazifascista. Nel 1985, fu trasferito nel
giardinetto antistante il nuovo palazzo Comunale;
- 1950/51 - edificata sul "pilastrino" (parte alta di via
Garibaldi) la nuova chiesa di S.Maria;
- 1968 - demolito il vecchio monumento ai caduti della prima guerra
mondiale, e sostituito con l'attuale in bronzo;
- 1978 - la popolazione residente tocca il minimo storico registrando 2450
persone (ad inizio secolo erano oltre seimila). Poi, si assisterà ad un
lento ma costante aumento sino a superare, recentemente, le 3400 unità;
- 1985 - edificato il nuovo Municipio;
- 1988 - si dà inizio alla costruzione del campanile del Vignali che
sorge accanto alla chiesa progettata dallo stesso architetto;
- 1995 - inaugurata la Biblioteca Comunale "Clemente Mezzini" ;
- 1996 - inaugurato il parco "Castello di Scaricalasino" ;
- 1997 - inaugurati il "Centro Emergenza" e il "Centro del
Volontariato" ;
- 1998 - inaugurate le Piscine Comunali ed eretta la Stele della
Liberazione;
- 1999 - riqualificata la piazzetta S. Leonardo detta Cisterna;
- 2000 - riqualificati parte degli spazi urbani di Piazza Ramazzotti e
inaugurato il Museo della Civiltà Contadina dell'Appennino.
Fonte Cenni Storici: Sito web ufficiale del Comune di Monghidoro
www.comune.monghidoro.bo.it
Fotografie del paese, prima
metà del 1900
Fonti Fotografiche: Mons Gothorum,
Novecento Monghidorese, Monghidoro Amarcord